Wednesday 17 November 2010



Le cose stanno cambiando. Lo dicono i quotidiani del resto.
La parte sana del paese si ribella, grida alla rivolta contro le istituzioni e le mele marce cadono una ad una. La repubblica delle banane si sta armando e le formiche, nel loro piccolo, hanno preso ad incazzarsi davvero. Il problema in tutto questo però è che le armi restano comunque delle semplici banane e che le formiche alla fine rimangono solo formiche.
Il popolo discotecaro ha insultato pesantemente la signorina Ruby (marescialla minorenne della popparmata fino a ieri, troione maggiorenne candidata a diventare prossimo ministro della cultura domani) e questo ha dato nuova forza al vento del cambiamento. Va bene, ma i duemila euro per stare seduta su uno pseudo trono a sfondarsi di spumantini cortesemente offerti la baiadera li ha intascati. Quindi rimane da chiedersi: come cazzo soffia sto vento di cambiamento?
Ci beviamo di buon grado numeri secondo cui Saviano e soci avrebbero sconfitto la Marcuzzi (la cosa ci preoccupava quasi quanto l'assalto della falange armata dei Gotamiani), gridando al miracolo del buon senso italiano, perchè le cose stanno cambiando. Eppure non ci si chiede mai come in realtà funziona l'oscuro meccanismo dello share televisivo. E resta sempre da chiedersi: come cazzo soffia sto vento di cambiamento?
Quello che ci spaventa non sono le notizie sui quotidiani, chè tanto si sa, i giornalisti ci mettono sempre la loro parte; non sono nemmeno i ventimila pacchetti Grande Fratello a 20 vitruviani l'uno venduti nell'arco dei tre giorni antecedenti l'inizio del programma a stupirci, chè alla fine anche mia nonna guardava Topazio con Grecia Colmenares e nessuno l'ha mai ingabbiata in una prigione turca per questo.
Quello che ci spaventa sono i Claudio Scazzi che vogliono fare televisione con il cadavere della sorella ancora umido, i vari generali Delfino a spasso per il paese e le leggi ad personam che passano sottobanco, mentre col fumo negli occhi cambiamo i nostri status nei social network, inventandoci frasi sempre nuove.
Quello che ci spaventa (e lo diceva Tyler Durden il cui unico difetto era l'essere un personaggio immaginario in ogni dimensione) è il nome di un altro tizio sulle nostre mutande mentre là fuori va tutto a puttane.
Il futuro è una triste trentenne ossigenata male, che la sera non esce con il suo spasimante fante di coppe perchè deve raccogliere le melanzane nella sua fattoria virtuale e che vomita pacatamente bile tecnologica.

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