Sunday 8 May 2011


Cari amici lettori, bentornati alla rubrica osannata dal Gambero Rosso® come (cito testualmente) “base da cui dovrebbero partire gli chef dei migliori ristoranti per imparare cos’è davvero l’alta cucina”. Quindi tronfi e boriosi, andiamo a presentarvi uno dei piatti più caratteristici della cucina nostrana: il panino kebab.

Innanzitutto, grazie ad un lunghissimo viaggio intorno al mondo, vi procurerete: un cacatua dalla voce soave, un coro di tacchini e una scimmia batterista, che presenterete come band al talent show a voi più prossimo. Se il gruppo ha successo, buon per voi: smetterete di lavorare per sempre e potrete comprarvi i piatti più buoni del mondo senza nessun bisogno di leggere questa rubrica. In caso contrario, i componenti della band saranno la base della nostra ricetta. Infatti, dopo aver raggiunto il Congo, darete in pasto i poveri animali al primo ippopotamo con la diarrea che troverete. Ippopotamo che nel suo stomaco impasterà, come una novella betoniera, le loro carcasse, e tosto cagherà un totem molliccio, che andrete a recuperare infilzandolo, con il vostro solito fare vendicativo, con un attizzatoio in acciaio inossidabile. Ora tornate in patria e cuocete a fuoco lento l’impasto di cui sopra, fin quando non avrà raggiunto un colorito più vivo e una consistenza decisamente solida. Nel frattempo avrete solerti preparato una piadina nella modalità già descritta settimane fa , ma con un impasto più consistente in modo tale che si gonfi a mo di panino. Quindi procedete così: posizionate nel panino fette del totem coprolitico, una foglia di lattuga, un po’ di paprika e dello jogurt bianco sempre ricavato dall’ippopotamo (questo vi consiglio di comprarlo, perché davvero NON volete sapere come viene fatto). Per un tocco personale vi consiglio di setacciare l’Oceano Indiano alla ricerca della carcassa di Bin Laden, a cui raderete la barba e la posizionerete nel panino al posto della paprika: darà un gusto davvero rivoltoso! E come sempre, Buon Appetito!

Vino Consigliato: Petrus Pomerol dell 1998, o, se la vostra disponibilità monetaria è scarsa, va bene pure il chinotto della Lidl.

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