Saturday 11 June 2011


Oh, rieccovi, noiosissimi utenti, io ero qui a farmi gli affaracci miei quando un orrido infante è venuto a tirarmi per la giacchetta berciando con la sua vocetta Professor Aristide Maria Verdirame, è ora di allietarci ancora con

COGLIONI DI MULO
e altre meraviglie della natura

È stato solo allora che ho notato che il bambino non era altro che un nano in palandrana, e che era stato mandato dalla sempre elegante assistente Brigida, che ultimamente è adirata con me perché sono giorni che ho smesso di mantrugiarle i seni alla ricerca di noduli e alieni sottopelle.
Per farmi perdonare, quindi, ho deciso di regalarle il dolce cucciolo che vedete in apertura: trattasi del vicecapofornaio Gualtiero Secchi, esemplare della specie in via di estinzione di canisqualo d'alta quota, da me rapito in losche circostanze che non sto a narrarvi durante una gitarella a Tonezza del Cimone (VI).
I canisqualo somigliano pericolosamente a qualsiasi altro cagnolino da piede (quegli orridi microcànidi buoni solo ad essere chiamati vieni vieni piccolino, bello, e appena lui s'avvicina garrulo PÈM, un calcione ben assestato), ma attenzione: le palpebre del Secchi e dei suoi simili sono dotate di fila di minuscoli ma affilatissimi dentini, pronti a mutilare alluci e dilaniare garretti.
Brigida, dopo un attimo di diffidenza dovuto alla somiglianza del baffo del Gualtiero coi peli di culo del millecane somalo, è stata presto conquistata dai teneri guaiti del cucciolo: peccato che il Secchi sia in realtà un 52enne arrapato affetto da deficit dell'ormone della crescita, e che tra le gambe nasconda uno scud di pregio. Inutile dirvi com'è andata a finire.

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