Sunday 8 April 2012

Buongiorno e buona Resurrezione del Gristo a tutti voi, flautolenti lettori dello stivale italico. Finalmente torniamo con la rubrica più consultata dagli afroamericani per i loro riti voodoo: la Nouvelle Cuisine di Idiosincrasia Alterata.
Per questo pranzone pasquale noi della redazione abbiamo deciso di donarvi la ricetta del già citato Pollo Cusutu N'culu, una antica ricetta salentina tramandata da mugnaia a mugnaia per la gioia (poca) dei volatili.

Per un ottimo Pollo Cusutu N'culu dovete innanzitutto catturare, con delle lusinghe, un bel pollo paffutello: nonostante la sua riluttanza ai complimenti facili, al vostro “ con quei glutei potresti rompere delle noci”, sarà completamente soggiogato e pronto a sacrificarsi per voi.
Poco male, è proprio quello che gli toccherà fare.
Legatelo ad una sedia ma a testa in giù e cominciate a infilargli nel retto, non senza un certo piacere per il volatile, una carota tagliata alla julien, una patata tagliata a rondelle finissime, dei piselli medi scottati appena, ed un baobab intero.
Se la pratica vi sembra un po' crudele non preoccupatevi: il pollo che avete catturato è una delle menti che si cela dietro la strage di Ustica, nonché il maggior sponsor dell'uccisione dei cani in Ucraina per gli europei di calcio, quindi siate pure spietati.
Dopo averlo riempito a dovere, per evitare che i vostri sforzi vadano perduti, magari per una correggia del pennuto, prendete ago e filo e cucitegli l'ano: so che non vorreste mai fare una cosa così crudele, ma avete presente quando avete scoperto che Babbo Natale non esiste? Beh, è stato lui a dirvelo.
Ora cuocete il pollo ormai tramortito in un forno a legna per 6 ore e servitelo ancora fumante.
Se qualche vegetariano protesta per la barbaria a cui avete sottoposto l'animale, raccontategli di chi ha cagato nelle loro verdure causandogli la toxoplasmosi: saranno ben lieti, se non di divorarlo, almeno di insultare un pochino i suoi resti caldi.
Buon appetito!

Vino Consigliato: dell'acqua tramutata in vino da Gesù.

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