Wednesday 27 March 2013


Ogni tanto mi viene in mente che potrei fare il buono, per una volta. Parlar bene di qualcuno, rallegrarmi per il successo di qualcun altro, constatare che quell'altro ancora non è poi così male. Poi, per fortuna, leggo certe cose e rinsavisco.
Cosa mi ha innervosito, stavolta? Facile a dirsi. Chime For Change. Ovvero una merdavigliosa iniziativa nientemeno che di Gucci per raccogliere fondi per l'autodeterminazione delle donne (sic). Qualunque cosa significhi. Che io voglio dire: si son dati soldi  alla nazionale cantanti, perché loro giocassero a pallone mentre noi ci annoiamo a guardarli. A Telethon, che per quanto lodevoli ci devono ammorbare coi presentatori inetti delle reti Rai e coi loro noiosissimi programmi. Certe volte penso pure che potrei dare i 7 euro per la penna al tossico in piazza che mi chiede se ho qualcosa contro gli ex drogati. Ma ogni tanto si esagera, ed il vaffanculo è proprio qui, pronto per voi. Volete far autodeterminare le donne? Cacciateli voi fuori i soldi, amici di Gucci, e Beyoncé, e Laura Pausini, e Timbaland, e tutti gli altri compresa questa Rita Ora che non so chi sia ma c'ha l'espressione da bambola gonfiabile. La pubblicità gratuita sulla finta solidarietà c'avrebbe pure rotto il cazzo (sì sì, ho scritto proprio cazzo).
E v'è andata bene. S.

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